Just as one shouldn’t judge a book by its cover, the same is true for a monument’s exterior. Take the case of the Tempio Civico dell’Incoronata in Lodi, located along a narrow street leading from Piazza Vittoria, a few steps from the Romanesque cathedral. Access to the Tempio Civico—the people of Lodi don’t call it a “church,” to emphasize that the sacred building was built by popular vote, supported by the financial helps of citizens—is through a short, simple three-arched portico, enclosed by a gate. Nestled as it is between buildings, it’s almost impossible to see. But once you cross the threshold it’s like being catapulted into another world, into the full dimension of the Renaissance, where the eyes struggle to adjust to such splendor.
Yes, Stendhal would easily fall prey to his syndrome. Construction began in 1487 on the site of a “house of tolerance,” on the place of an episode of violence; the building has a central octagonal plan. It stands at the forefront of the Italian architectural panorama of the second half of the fifteenth century. It represents the expression of an already structured and consolidated Renaissance, the first of its kind in Northern Italy, designed by Giovanni Battagio, who had embraced Bramante’s intuitions. A magnificent work, a true jewel of art that, according to the most recent studies, is “governed by the same rules that determine musical harmony.” In short, a Renaissance monument to see and hear in Lodi.

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Come non si dovrebbe giudicare un libro dalla sua copertina, così è anche per la facciata “esterna” rispetto ad un monumento. Prendiamo il caso del Tempio Civico dell’Incoronata a Lodi, che si trova lungo una stretta via che parte da Piazza Vittoria, a pochi passi dalla cattedrale romanica. L’accesso al Tempio Civico – i lodigiani non lo chiamano “chiesa”, a sottolineare che l’edificio sacro sorse per voto popolare, sostenuto dal sostegno economico dei cittadini – avviene da un breve ed essenziale portico a tre arcate, chiuso da una cancellata. Incastonato com’è tra gli edifici, si rischia quasi di non vederlo. Ma quando se ne oltrepassa la soglia… Meraviglia! È come essere catapultati in un altro mondo, nella piena dimensione del Rinascimento, dove gli occhi faticano ad adattarsi a tanto splendore. Sì, Stendhal cadrebbe facilmente preda della sua sindrome. Costruito a partire dal 1487 sul luogo di una “casa di tolleranza”, teatro di un episodio di violenza, l’edificio è a pianta centrale a forma ottagonale. Si colloca all’avanguardia nel panorama architettonico italiano della seconda metà del Quattrocento. Rappresenta l’espressione di un Rinascimento già strutturato e consolidato, il primo di tal genere nell’Italia settentrionale, progettato da Giovanni Battagio, che aveva fatto proprie le intuizioni del Bramante. Un’opera magnifica, un vero gioiello d’arte che, secondo i più recenti studi, sarebbe “governato dalle stesse regole che determinano l’armonia musicale”. Insomma, un monumento rinascimentale da vedere e da ascoltare, a Lodi.

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